Sciacca è conosciuta come città della ceramica al pari di Caltagirone. Qui le botteghe e gli artigiani locali sono specializzati, principalmente nella decorazione di vasi, piatti e arredamento per la casa, così come nella modellazione di statuette.
Grazie alla bravura dei maestri è possibile richiedere anche pezzi unici per fare regali, creare bomboniere in ceramica di Sciacca.
I prezzi, variano, a seconda delle dimensioni, del tipo di decorazione, così come dei materiali utilizzati, ossia se sono presenti o meno elementi decorativi in oro e/o in argento.
Purtroppo online non si trova molto della ceramica di Sciacca, però qualcosa di interessante c’è.
Storia della ceramica di Sciacca – in breve.
Sciacca è anche città della ceramica. Tanti sono gli artigiani, le botteghe e i laboratori presenti nel centro storico della città. E le testimonianze di una produzione di ceramica e della sua commercializzazione sono diverse.
Dal ritrovamento a Sciacca di forni per la cottura dell’argilla e quindi della produzione e commercializzazione, alle più recenti testimonianze del 1282 dove si ha certezza che i palazzi dei nobili di Gela e Agrigento arredavano le proprie stanze con ceramica saccense.
Molti sono stati i maestri ceramisti conosciuti tra il XV e il XVII secolo. I più conosciuti nell’isola sono stati Lu Xuto, Scoma, Francavilla, Piparo, Di Facio, Lo Boj, Bonachìa e Lombardo.
La ceramica saccense ha contribuito all’abbellimento di monumenti e chiese siciliane come il Duomo di Monreale decorata con migliaia di mattoni del maestro Lombardo (1498) o la chiesa di S. Margherita di Sciacca con mattoni forniti dai maestri Scoma e Francavilla (1496).
A seguito della distruzione del pavimento maiolicato della chiesa di S. Margherita a Sciacca, dipinto da Pietro Francavilla nel 1496, non rimane traccia di questa notevole produzione.
I mattoni che oggi si vedono sono stati riprodotti. E secondo alcuni ceramisti saccensi riprodotti anche in modo scorretto perché in origine non sarebbero stati così lucidi come questi.
Guida touring
Nel dicembre 2018 Sciacca è stata inserita nella nuova guida turistica realizzata dal Touring Club e dall’AICC, Associazione Italiana Città della Ceramica.
“Sciacca – dice il sindaco Valenti – è presente in questa prestigiosa guida turistica. La pubblicazione verrà presentata a Milano e in tutte le città di tradizione ceramica, anche nella nostra città. Un’altra opportunità di promozione turistica e sostegno all’arte ceramica”.
Gran tour sicilia
Sciacca è una delle quattro tappe del Gran Tour in Sicilia, la mostra di manufatti artistici rappresentanza itinerante dell’Aicc.
È quanto rendono noto il sindaco Francesca Valenti, vice presidente nazionale dell’Aicc, e il vicesindaco e assessore alla Cultura Gisella Mondino.
La mostra è allestita alla Badia Grande, nella Sala degli Specchi ed è stata inaugurata sabato 20 aprile 2019 e rimarrà aperta fino al 20 maggio.
Le altre tappe sono: Santo Stefano di Camastra, Caltagirone e Burgio.
La mostra è un invito al visitatore al convivio dell’antichità, al banchetto medievale e alla festa di corte rinascimentale, al pranzo della domenica con il servizio di piatti dei nostri nonni. E la ceramica è il vero e proprio “piatto forte” della suppellettile da mensa: filo rosso del percorso che si è invitati a compiere, motore di questa insolita “macchina del tempo”.
Buongiorno ceramica a Sciacca
Sul sito Buongiorno ceramica Sciacca ha una bella presentazione.
Tra i primi ritrovamenti relativi alla produzione ceramica della città di Sciacca (Agrigento), vi è il gruppo di frammenti di ceramica invetriata ritrovati nel feudo di S. Domenico. Gli esemplari sono stati ascritti dagli storici al periodo normanno e non hanno riscontro in altre produzioni dello stesso periodo per qualità e pregio della fattura. Nel 1971 vengono scoperti i forni trecenteschi per la lavorazione dell’argilla e recuperati vari frammenti di ceramica invetriata risalenti alla seconda metà del XIV secolo, conservati presso il Museo di Caltagirone. Provengono da Sciacca anche alcuni pezzi con lo stemma Incisa giunti a Gela e Agrigento grazie a Leonardo Incisa “de Sacca”, maestro giustiziere di Val di Mazara e capitano d’armi.
La ceramica nell’antichità
Il più antico documento ceramico saccense è il pannello raffigurante San Calogero, collocato in una grotta sul Monte Cronio, datato 1545 ed eseguito da Francesco De Xuto, pronipote del più conosciuto Nicola. Tra i figli del maestro Nicola c’è anche Francesco, autore del pavimento maiolicato della cappella dei genovesi all’interno del convento di S. Francesco d’Assisi a Palermo, commissionato dai mercanti liguri presenti nel capoluogo. Ai maestri saccensi vengono richieste anche mattonelle per il Palazzo degli Aiutamicristo nel 1490 e per il Duomo di Monreale nel 1498. Nove delle mattonelle che componevano il pavimento della cattedrale, sopravvissute al suo smantellamento, sono conservate presso il Victoria and Albert Museum di Londra.
La ceramica di Sciacca nel XVI secolo
Il periodo di maggior fulgore della maiolica di Sciacca è il XVI secolo, fase in cui operano i maestri Antonio Ramanno, i fratelli Lo Boj e Giuseppe Bonachia, detto “il Mayharata”.
Quest’ultimo è il più famoso pittore di mattonelle in Sicilia ed è autore della fascia maiolicata della Cappella di San Giorgio dei Genovesi di Sciacca, costruita nel 1520 e distrutta nel 1952; per comporre la fascia e il pavimento della cappella furono utilizzate 2.475 mattonelle.
Sei grandi pannelli, conservati nel locale Istituto d’Arte, facevano parte del vasto arazzo, raffigurante scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
I fratelli Lo Boj si dedicano soprattutto ai vasi da farmacia, realizzandone alcuni nello stile di Napoli, Venezia e Faenza. Alcuni maestri saccensi si trasferiscono a Trapani, Palermo e Burgio, dove creano pezzi firmati e datati influenzando la produzione locale.
La ceramica saccense ai giorni nostri
Nella seconda metà del XX secolo, la ceramica di Sciacca torna in auge.
Oggi, una trentina di ceramisti svolgono la loro attività artistica nel rispetto dell’antica tradizione; nella decorazione dei vasi dominano i colori del passato (giallo paglia, arancione, turchese, blu, verde ramina).
La presenza del locale Istituto d’Arte e la possibilità per i giovani di formarsi all’interno delle varie botteghe presenti in città permettono di conservare e far rivivere l’antica arte della ceramica.
Le potenzialità della ceramica di Sciacca. Intervista a Nino Carlino from kaloskarma on Vimeo.