L’assessorato alla Cultura del comune di Sciacca, ha promosso un incontro dal titolo “Festa di Panza”.
L’incontro ha approfondito gli aspetti culturali e antropologici, legati al mangiare, nella storia del Carnevale di Sciacca.
Si è trattato di un viaggio nella lunga storia del Carnevale di Sciacca, seguendo il filone culinario, tra carnevale e cibo.
Lo storico Pippo Verde sottolinea il valore mangereccio e godereccio della festa.
Il Carnevale nasce proprio col mangiare: era in origine un “appuntamento di panza”, con i suoi piatti tipici. Era un momento di augurio che poi si svilupperà con le mascherate, i copioni e le “carruzzate”, per arrivare ai meravigliosi carri allegorici che oggi ammiriamo, che le maestranze hanno trasformato in veri e propri capolavori di animazione e modellazione.
Carnevale come festa privata del cibo
Pippo Verde racconta, come si evince dai documenti del 1626, che il carnevale nasce, a Sciacca, innanzitutto come festa privata. Si portavano a tavola determinate pietanza e ci si saziava in famiglia.
Nel tempo questa tradizione si è allargata al vicinato e al quartiere. Portando la festa in strada.
Dai copioni al cibo
Nel 1920 poi abbiamo le testimonianze di un carnevale che è modello del carnevale odierno. I primi carri, la musica, gli inni, le recite e la satira.
Pippo Verde ha esaminato, infatti, i copioni dall’800 ad oggi ed ha raccolto poi le parti dove si parlava di mangiare.
E da cui appunti si scopre questo forte legame tra cibo, cultura e carnevale.
Il significato antropologico del mangiare a Carnevale
Il magiare a Carnevale era un augurio al benessere. Anche chi era povero si doveva procurare da mangiare, in modo da augurarsi anche nel prossimo futuro il cibo per la sopravvivenza.
E dunque mangiando ci si augura il Bene. Così come donare il cibo era un augurare il bene, anche per gli altri.
Vino e Salsiccia
Non è che si facevano pranzi luculliani ma certamente erano abbondanti, per quanto possibile. Si beveva il vino e soprattutto si mangiava tanta salsiccia e tanta carne di maiale.
Oggi in continuità con la tradizione si mangia sempre carne e soprattutto carne arrostita. Salsiccia in primo luogo. E proprio dalla tradizione deriva la distribuzione di salsiccia, gratis, dal carro del Peppe Nappa.
E poi c’è il vino che ha da sempre accompagnato il cibo. Come ricorda anche l’assessora Gisella Mondino questo avviene fin dai tempi più antichi.
Bere consapevolmente
A carnevale, si sa, i giovani tendono ad alazare il gomito più di ogni altro momento.
Purtroppo l’alcolismo nei giovani sta diventando un problema sociale le richeiste di bere consapevolmente si fanno sempre più numerose.
Per questo motivo, per esempio non si distribuisce più vino dal Carro di Peppe Nappa. Non è certo un atto risolutivo, ma ovviamente è un atto di responsabilità e di esempio che le istituzioni devono dare.
Per vivete il carnevale senza esagerare con l’alcol. Ballare e saltare già provoca allegria.
I nomi della carne
A questa ricerca si potrebbe legare la ricerca linguista a Sciacca su I nomi della carne, che riprende, questa settimana, il tema del carnevale come festa di panza.