“Il Generale” di Lorenzo Tondo è un libro-denuncia che parla del caso Nehdanie Behre, il giovane eritreo arrestato il 24 maggio del 2016 a Khartoum considerato uno dei capi più sanguinari del traffico di esseri umani verso l’Europa. In realtà si tratta di un’altra persona.
A Palermo, dove si svolge il processo, si procede ad un processo davvero surreale. E Lorenzo Tondo racconta tutta la storia nel suo libro “Il generale”, pubblicato da La nave di Teseo (Oceani, pag.152, euro 17).
E così come si era già chiesto sulle pagine di internazionale “A Palermo stanno processando la persona sbagliata?”
Recensione Il Generale di Lorenzo Tondo”
Sul sito dell’Associazione Iinternazione Stampa Estero si scrive
“Tondo ha prodotto uno scottante atto d’accusa nei confronti di una estesa indagine internazionale finita male, un resoconto minuzioso e avvincente di come alcuni dei principali magistrati della Sicilia hanno pasticciato con un arresto di alto profilo, lo hanno coperto e hanno poi incastrato un innocente per i crimini spietati e lucrativi di un altro. “Il generale” è una storia di potere, ego, abusi, confusione e menzogne, per non parlare del business del contrabbando”, scrive Ben Taub sulle pagine del New York Times.
Il giovane Mehdanie Behre viene arrestato mentre beve un caffè con degli amici in un bar di Khartoum nel maggio del 2016.
Nello specifico Medhanie Yehdego Mered, soprannominato “il Generale”è indagato dall’ottobre 2013, in seguito alla tragedia che è costata la vita a 366 eritrei al largo di Lampedusa.
Ma è davvero colpevole?
Lorenzo Tondo indaga, produce prove, raccoglie foto che mostrano il trafficante al matrimonio di un nipote a Khartoum, dopo l’arresto di Behre, intercettazioni, chat private, documenti secretati del governo eritreo e testimonianze di suoi ex collaboratori. Persino un test del DNA. E soprattutto Behre non assomiglia al vero trafficante.
Il Generale di Lorenzo Tondo. Quarta di copertina.
Il giovane Medhanie Berhe viene arrestato mentre beve un caffè con degli amici in un bar di Khartoum, in Sudan, nel maggio del 2016. Rischia vent’anni di carcere. Secondo i magistrati, dietro il suo sguardo spaventato si nasconde uno dei più sanguinari trafficanti di esseri umani della storia: Medhanie Yehdego Mered, soprannominato “il Generale”.
La procura di Palermo indaga su di lui in seguito alla tragedia dell’ottobre 2013, che è costata la vita a 368 eritrei al largo di Lampedusa. Ma il colpevole è davvero il ragazzo fermato? Un’indagine, capitanata dal “Guardian”, solleva dubbi su questo arresto, concluso forse troppo frettolosamente. Lorenzo Tondo, protagonista e narratore di quell’inchiesta, produce una sfilza di prove che rischiano di restare ignorate: foto del trafficante in libertà, intercettazioni, chat private, documenti top secret e testimonianze di ex criminali. Persino due test del DNA. Soprattutto, Berhe non assomiglia affatto al Generale. Nella trama avvincente di una storia in cui tutto è reale – tra servizi segreti, trafficanti e polizie di mezzo mondo – si insinua così un dubbio sconvolgente. E se Mered fosse ancora a piede libero e quel ragazzo con i capelli arruffati, scaraventato dall’Africa nella cella di un carcere siciliano, fosse vittima di un clamoroso scambio di persona?
Processo Mered
Il libro-denuncia del corrispondente del “Guardian” solleva il caso di Mehdanie Behre.
Un atto d’accusa nei confronti di una estesa indagine internazionale finita male, un resoconto minuzioso e avvincente di come alcuni dei principali magistrati della Sicilia hanno pasticciato con un arresto di alto profilo, lo hanno coperto e hanno poi incastrato un innocente per i crimini spietati e lucrativi di un altro. Il giovane Mehdanie Behre rischia vent’anni di carcere. Secondo i magistrati, dietro il suo sguardo spaventato si nasconde uno dei più sanguinari trafficanti di esseri umani della storia: Medhanie Yehdego Mered. Ma è davvero colpevole?
Lorenzo Tondo giornalista
Lorenzo Tondo, nasce a Sciacca nel 1982, è giornalista e corrispondente del “Guardian” per il quale si occupa di Sud Europa e di temi legati alla crisi migratoria. In passato ha collaborato con il New York Times e il Time.
Dal 2010 al 2015 ha lavorato nella redazione de “La Repubblica” a Palermo. Nel 2015 si è aggiudicato il premio nazionale di giornalismo “Giuseppe Fava Giovani” e nel 2016 il premio internazionale “Maria Grazia Cutuli” come giovane giornalista siciliano emergente.
“Il Generale”, pubblicato da “La nave di Teseo”, è il suo primo libro e sarà presentato, a Sciacca, il prossimo 22 dicembre presso l’ex convento San Francesco.