La rappresentazione della Pasqua in Sicilia è qualcosa di vivo. In Sicilia, la passione della Pasqua diventa passione per la Pasqua. Antichi riti vengono alla luce. Spinte tribali e arcaiche si mettono in scena. Sacro e Profano si mescolano dando vita a scene davvero toccanti e a momenti intensi.

La Pasqua raccontata da Sciascia

Scriveva Leonardo Sciascia

«non c’è paese, in Sicilia, in cui la Passione di Cristo non riviva attraverso una vera e propria rappresentazione, in cui persone vive o gruppi statuari non facciano delle strade e delle piazze il teatro di quel grande dramma i cui elementi sono il tradimento, l’assassinio, il dolore di una madre. Ma è davvero il dramma del figlio di Dio fatto uomo che rivive, nei paesi siciliani, il Venerdì Santo? O non è invece il dramma dell’uomo, semplicemente uomo, tradito dal suo vicino, assassinato dalla legge?»

E si tratta di un momento particolare.

“Le processioni pasquali in Sicilia – scriveva Leonardo Sciascia – sono molto più che manifestazioni religiose. Sono innanzi tutto riti fondanti dell’essere siciliano, sono rigenerazione dei legami di appartenenza, di famiglia e di sangue, sono atavica contemplazione della morte”.

In effetti ci sono tutta una serie di appuntamenti che più che religiosi sono sociali. Dove ciascun siciliano va a determinare la propria presenza sul territorio.

La rappresentazione della Pasqua in Sicilia

Mentre in gran parte dell’Italia, la Pasqua è un momento di riflessione e dolore, in Sicilia è il momento della rappresentazione. Mentre la Chiesa partecipa alla Passione e al lutto per il Salvatore, in Sicilia ci si appresta a grandi preparativi per la resurrezione di Pasqua.

Si parte, per esempio, dalla preparazione dei sepolcri nelle chiese. Non un sepolcro funebre ma una tavola imbandita. Ciascuna chiesa e parrocchia prepara una tavola secondo il proprio stile. La decorazione viene fatta, generalmente, con la combinazione di “laureddi” ossia germogli di grano, preparati nelle settimane precedenti, e coltivati al buio.

La veglia del giovedì, un momento di preghiera e attenzione, si trasforma in una visita. Il giro dei sepolcri è ormai tradizione affermata.

E così si prosegue il venerdì, con le processioni. Ognuno con la propria particolarità. Ma tutte le processioni mettono in mostra una rappresentazione teatrali in strada. La Passione è rappresentata come Passione Vivente, facendo rivivere, o con statue o con personaggi in carne ed ossa, i momenti salienti raccontati dal vangelo.

Infine la domenica di Pasqua. Questo è e deve essere il momento più alto della rappresentazione. Dove, con la scusa della festa e della gioia della resurrezione del Cristo, è possibile dare sfogo ad antiche tradizioni tribali, tramandate nel tempo.

Questo non significa affatto che non ci sia vero trasporto religioso. Anzi. L’impegno e la passione sono al loro estremo. L’impegno fisico e spirituale si mescolano facendo esplodere emozioni uniche.

Passione vivente a Santa Margherita di Belice – Anno 2016. Il video.

La rappresentazione della Pasqua a Sciacca

A Sciacca la rappresentazione del cristo morto avviene con delle statue. Il corpo di Gesù crocifisso è una manichino che ha le parvenze di un uomo morto. Con braccia e testa che penzolano nella mani di coloro che la mettono in croce e poi lo ripongono nella teca di vetro.

Le confraternite

Ad occuparsi della processione del Venerdì Santo, a Sciacca, sono le confraternite di San Leonardo, dell’omonima chiesa di San Leonardo e la confraternita del Carmine o della madonna addolorata del Carmelo.

Le confraternite di Sciacca, rispondono a quelle che sono le proprie origini, così come indicate sul sito dedicato alle confraternite in Italia.

Le confraternite sono associazioni cristiane fondate con lo scopo di suscitare l’aggregazione tra i fedeli, di esercitare opere di carità e di pietà e di incrementare il culto. Sono costituite canonicamente in una chiesa con formale decreto dell’Autorità ecclesiastica che sola le può modificare o sopprimere ed hanno uno statuto, un titolo, un nome ed una foggia particolare di abiti. I loro componenti conservano lo stato laico e restano nella vita secolare; essi non hanno quindi l’obbligo di prestare i voti, né di fare vita in comune, né di fornire il proprio patrimonio e la propria attività per la confraternita.

Il giovedì santo a Sciacca

Il giovedì santo è (sarebbe) la notte della veglia. A Sciacca diventa “il giro serale dei sepolcri”. Il momento di preghiera e adorazione diventa, tradizionalmente, visita alle principali chiese della città.

Gli altari vengono addobbati come una grande tavola, dove si trovano i simboli dell’ultima cena. Vengono presentati il pane e il vino. Il pane prende forme di trecce o di croci. Il tutto è arricchito dai “laureddi”ossia i germogli di grano coltivati in ciotole e fatti maturare al buio. In questo modo hanno un coloro verde chiaro tendenti al bianco.

La processione del venerdì santo a Sciacca

Il Venerdì Santo è il giorno della processione, ossia della Via Crucis. Una rappresentazione che a Sciacca inizia la mattina. Tutte le chiese e le confraternite sono coinvolte nella partecipazione della processione. La mattina la Madonna addolorata dalla chiesa del Carmine viene portata nella chiesa di San Leonardo. Da questa chiesa si prosegue con la processione, con il cristo sotto la croce verso il calvario. A mezzogiorno la Crocifissione.

La statua del Cristo crocifisso resta sulla croce per tutto il pomeriggio. Alle 18 riprende la processione. Si parte nuovamente da San Leonardo, si procede verso il calvario dove si depone il corpo di Cristo. E dopo una breve cerimonia viene ricondotto per le strade di Sciacca. La processione si conclude in tarda serata.

L’incontro

La domenica è dedicata all’incontro. Ossia si riuniscono in piazza le tre vare di San Michele Arcangelo, Madonna, e Gesu glorioso.

Ad un lato della piazza si pongono le due vare della Madonna e di San Michele. Nel lato diametralmente opposto si pone invece la statua di Gesù. Alle 12 esatte la vara di San Michele percorre la piazza andando incontro a Gesù. Il che significa che è a conoscenza della resurezione di Gesù. Dunque la statua di San Michele ripercorre la piazza dando il lieto annuncio alla Madonna. A questo punto tutte e tre le statue si incontrano al centro della piazza, dove la banda che attende l’incontro parte con la musica a festa.

L’incontro in Piazza San Michele a Sciacca – La resurrezione.

I riti più importanti in Sicilia

Questo è quel che avviene a Sciacca. Ma i riti più importanti o comunque più noti si svolgono altrove.

Giovedì Santo

A Caltanissetta, il giovedì santo, con le Vare, sedici statue lignee maestose, portate a spalla dai fedeli, rappresentano le fasi della passione e della morte di Gesù Cristo;

A Mazara del Vallo i devoti si mettono in costumi tipici tradizionali.

Il Venerdì Santo

A Collesano, una paese della Madonie a circa 80 chilometri da Palermo, all’alba si ha ‘la Cerca’.

A Trapano avviene la processione dei Misteri.  La processione, a passi lentissimi, ha inizio alle 14 per concludersi il giorno dopo. Il rito dei misteri ha origini spagnole. Si tratta della processione di 20 statue, risalenti al XVII secolo, che rappresentano la passione e morte di Gesù.

Sempre a Caltanissetta si svolge la processione del Cristo nero.

Domenica di Pasqua.

A San Cataldo avviene la processioni dei ‘Sampauluni’, statue giganti degli Apostoli.

Invece a Prizzi si ha il ‘ballo dei Diavoli’ una rappresentazione della liberazione dal male e dal peccato, simboleggiato da maschere grottesche.

Mentre a Piana degli Albanesi, dove ancora si parla il dialetto albanese e la chiesa appartiene al rito ortodosso, si può partecipare alla celebrazione della Pasqua con il rito greco ortodosso e il tradizionale lancio delle uova colorate di rosso a fedeli e turisti.

Lu ‘ncontru – Pasqua 2014 a Ribera (AG)