In occasione di Ritrovarsi Anteprima, sono stato invitato a moderare le due giornate di dibattito che si sono svolte nel centro storico di Sciacca.

Ritrovarsi Anteprima

Le due giornate si sono svolte il 22 e il 23 dicembre 2017.

E l’inaugurazione è stata una chiacchierata tra, me, il presidente Matteo Accardi, l’assessore Annalisa Alonge e il pubblico che ha partecipato al dibattito.

Ho voluto introdurre un po’ i temi che mi sono cari. Quelli che studio e che pratico. In particolar modo il tema dell’innovazione, della rivoluzione culturale che stiamo vivendo e della responsabilità del singolo, oltre le amministrazioni e gli enti pubblici locali.

Tengo a precisare che io non rappresento l’associazione Ritrovarsi che ha un suo direttivo e una sua linea statutaria. Sono stato invitato ed io ho detto la mia, così come la espongo qui di seguito. Con qualche aggiunta.

Dove ci troviamo?

Sciacca è il punto più lontano dall’Italia dove andare senza cambiare il passaporto. Uscire da Sciacca per collegarsi con il mondo richiede almeno 24 ore di tempo in più rispetto ad altri luoghi.

L’unico contatto continuativo, su gomma, è il bus per Palermo. Ma in determinati periodi e fino a determinate ore. I collegamenti con Agrigento o Trapani sono proibitivi. Sempre e solo su gomma con un paio di tratte al giorno.

Insomma, dal punto di vista dei trasporti siamo ancora all’800.

Rivoluzione Culturale

Eppure il mondo è notevolmente cambiato. Oggi le connessioni internet permetto contatti e relazioni che fino a qualche anno fa erano impensabili. La tecnologia si nasconde sempre di più; nelle nostre tasche portiamo uno smartphone che ci offre opportunità incredibili e ci permette di allargare la nostra conoscenza.

La rivoluzione culturale è in atto. Le infrastrutture tecnologiche sono arrivate anche a Sciacca.

Rimane da costruire le infrastrutture culturali, le più lente e le più difficili da fortificare.

Dal Globale al Glocale

Oggi il mondo vive nel glocale. E pare strano sentir parlare ancora di globalizzazione.

Dopo il periodo della globalizzazione che è ormai superata, oggi viviamo il periodo della glocalizzazione. Ossia, un evento che avviene nel locale ha la capacità di influire e influenzare il globale. E viceversa.

Proprio a Sciacca, per esempio, nella piccola casa circondariale di Sciacca è passato il terrorista Anis Amri. Al suo interno si è radicalizzato. Quanto il carcere ha influito su tale radicalizzazione? Se ci fosse stato un workshop d’arte, la sua radicalizzazione sarebbe andata al servizio di altri?

Non possiamo saperlo. Sappiamo però quello che è accaduto. Sappiamo che anche in un piccolo carcere di un paese di provincia è passato quello che poi sarebbe stato un pezzo, tragico e maledetto, di storia tedesca. Con ripercussioni in tutta Europa.

Responsabilità di ciascuno

È dunque arrivato il momento della responsabilità personale. A mio parere, non è più possibile delegare ad altri le responsabilità. Quello che noi facciamo, qui ed ora, ha ripercussioni concrete nel contesto in cui viviamo. Nel bene e nel male.

Non è più possibile chiedere alle amministrazione o ad altri cosa vogliamo fare noi. Nel limite del rispetto delle regole è necessario muoversi in solitaria. Perché già chi opera il male si muove in solitaria.

Chi ha a cuore il bene, il bene comune, non può stare con le mani in mano. Perché subirà il male.

Rigenerazione

Le rigenerazioni di oggi arrivano dal basso e arrivano da ogni parte. Le rigenerazioni che sono state imposte, alla lunga sono fallite. Così come Ritrovarsi ha rigenerato, da solo e con le sue 5 edizioni di mostre, il quartiere marinai. Quel quartiere è stato scoperto o riscoperto; è stato esplorato e rivalutato.

Oggi il quartiere marinai è un quartiere abitato, i palazzi rivalutati economicamente. I prospetti sono stati abbelliti e sta rivivendo un antico splendore.

Ma la città è pronta alla rigenerazione?

La rigenerazione arriva comunque

Sono tante le associazioni che chiedono alle amministrazioni locali di amministrare la rigenerazione.

Ma, a mio parere, non è più tempo di chiedere nulla, sempre che le amministrazioni abbiano avuto qualcosa da dare alle comunità che volevano e vogliono un cambiamento.

Le amministrazioni oggi dovrebbero essere almeno pronte ad accettare la rigenerazione. Controllare e punire gli abusi. Perché le forze di innovazione e rivalutazione del territorio arriveranno anche dall’esterno. Comunque.

Le amministrazione se saranno pronte potranno portare i loro territorio al centro di uno sviluppo possibile. Se non sono pronte ad essere guida, resteranno ai margini. Così come oggi la rigenerazione del territorio agrigentino arriva da Favara o da Selinunte. Persino Menfi e Ribera vivono un loro percorso lento di rigenerazione.

Insomma, nessuno resterà ad aspettare gli altri.

Costruire un contesto

Sarà necessario, per chi vuole essere protagonista di questa rigenerazione, la costruzione di un contesto. E il contesto richiede conoscenza dello spazio, del territorio.

Come diceva un antico detto indiano: non si può amare ciò che non si conosce. È necessario creare un legame inscindibile con i luoghi che si voglio rivitalizzare.

Le associzioni porteranno le persone ad amare un determinato luogo o territorio. Le amministrazione dovrebbero offrire le infrastrutture (strade, ponti, pulizia, acqua) e la costanza nel tempo. Affinché i progetti non muoiano nel tempo.

Nella consapevolezza che il risultato finale conviene a tutti!

Dal filosofico al concreto

Stando fuori Sciacca, in questo ultimo decennio, si è potuto notare sempre un graduale peggioramento della città. È sempre stato un lento degrado. Non c’è stata nessuna caduta brusca del livello culturale e strutturale cittadino.

Basta rientrare ogni sei mesi a Sciacca per trovare una buca in più nelle strade, una villetta in più che si vede dalla spiaggia, un po’ di acqua in meno dai rubinetti. Si tratta di un lento aggravarsi della situazione, che non era certo rosea, in cui tutti stiamo a guardare.

Ritrovarsi è stata una scintilla in questi anni. Una piccola fiammella di luce e di speranza. Ritrovarsi ha dimostrato che anche senza le amministrazioni, anche con difficoltà, è stato possibile fare manifestazioni di spessore culturale. Ritrovarsi ha creato momenti che hanno lasciato il segno.

Da Palermo a Gela

Le rigenerazioni, dicevo, arriveranno dall’esterno. E in questa Anteprima sono stati presenti tre progetti che sono nati, due, a Palermo e, uno, a Gela.

A Palermo sono nati ZisaLab, un laboratorio di architettura che vive all’interno della rigenerata ZISA, e OrtoCapovolto. Quest’ultima è una associazione che sta rivalutando il futuro della città di Palermo, vedendola come un immenso parco verde e coltivabile.

A Gela invece si ha ShipLab. Una piccola scialuppa, ancora in fase di progettazione, ma che unisce umanisti, architetti, professionisti di vari settori che si sono incontrati ad un tavolo ed hanno parlato della città. Dei problemi e dei luoghi della città.

Conclusioni

A Sciacca si ha poco. Si tratta di una città di passaggio. Una trazzera molto trafficata e neanche più come un tempo. Le persone che hanno vissuto questa città non hanno saputo costruire spazi di bellezza a futura memoria. Quello che oggi si ha a Sciacca è una lunga e immensa eredità che è stata dilapidata nel tempo.

Se ancora resiste qualcosa è solo grazie al pensiero forte di chi quei palazzi e quelle bellezze le ha costruite nei tempi che furono.

Per il resto, una ridente cittadina termale della provincia di Agrigento (neanche più tanto termale), nel punto più lontano dall’Italia, in mezzo al mediterraneo, di una bellezza e di una tragicità sconvolgente.

Se chi ne guida la sorte vorrà lasciare qualche spiraglio di speranza, oggi è possibile far crescere qualcosa di significativo. Ultimo treno o ultima stazione.

A chi la vive, senza grandi illusioni, toccherà sopportare tanta bellezza senza farsi distrarre. Se, invece, ci si farà tentare dall’arroganza di tale bellezza, non varrà la pena neanche cominciare progetti di cui conosciamo il solito finale.